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Mutui e prestiti: le parole di Draghi rilanciano il mercato

Mutui e prestiti: le parole di Draghi rilanciano il mercato

Francoforte, 12 settembre 2019. "Il Consiglio direttivo ha preso le seguenti decisioni. Per quanto riguarda i tassi d'interessi chiave della BCE, abbiamo deciso di abbassarli di 10 punti base al -0,50%. I tassi di interesse principale e quello sui prestiti marginali rimarrà invariato al livello attuale rispettivamente a 0 e 0,25%”. Questo l’annuncio presidente della BCE, Mario Draghi, durante una conferenza stampa al termine dell’ultimo consiglio direttivo della BCE. Parole importanti che prefigurano un’ulteriore raggio di sole sul mondo dei finanziamenti e dei prestiti e di conseguenza sulle richieste dei creditori. Nuovo quantitative easing, taglio dei tassi sui depositi presso l’Eurotower e aumento della durata delle Tltro sono alcuni dei punti principali tracciati da Draghi relativamente al nuovo programma di politiche monetarie adottato dalla Banca centrale europea. Ma quali saranno i possibili effetti su mutuatari e aspiranti mutuatari italiani?

EFFETTI - L’annuncio di un nuovo Qe per una durata indefinita, insieme alla volontà della Bce di mantenere i tassi “ai livelli attuali o più bassi” fino all’avvicinamento dell’obiettivo inflazionistico (2%) è anzitutto una buona notizia per tutti coloro che hanno già sottoscritto un finanziamento. Quindi chi ha un mutuo variabile potrà continuare a godere delle condizioni estremamente favorevoli del mercato per un periodo ancora più lungo di quanto non ci si aspettasse. Chi ha un mutuo a tasso fisso, invece, potrebbe approfittare di una nuova finestra per surrogare il proprio finanziamento e ridurre così il peso degli interessi. Ad esempio: chi ha sottoscritto un mutuo a gennaio 2019, surrogandolo oggi potrebbe risparmiare 500 euro l’anno di interessi. Ma le novità riguardano anche per chi ancora deve chiedere un mutuo o un finanziamento. La volontà della Bce di continuare a iniettare denaro nel sistema e adottare una politica espansiva per un lungo periodo di tempo è una buona notizia, infatti, anche per tutti coloro che stanno valutando l’acquisto di un immobile. Da un lato l’allungamento della durata delle Tltro, che potrebbe aumentare la capacità delle banche aderenti di finanziare l’economia reale; dall’altro il nuovo Qe, che potrebbe contribuire ad abbassare il costo di finanziamento per le banche italiane e che, a loro volta, potrebbero scegliere di ridurre gli spread applicati ai nuovi mutui. Il segnale positivo è arrivato poche ore dopo l’annuncio della Bce, con lo spread italiano sceso al di sotto dei 140 punti base; qualora i valori dovessero restare a lungo su livelli così bassi, questo potrebbe generare un effetto virtuoso con conseguenze positive per le tasche dei futuri mutuatari. Nelle tasche degli italiani, si ripropone il duplice gioco: da una parte il denaro avrà un costo inferiore, con possibili ulteriori ribassi sul costo dei mutui e dei prestiti. D'altra parte, per chi ha liquidità da investire, significa far sempre più fatica a trovare titoli in grado da offrire un minimo rendimento. Il crollo degli indici Irs d’altronde si è riflesso subito sui tassi dei mutui. Ora è possibile ottenere un mutuo ventennale ad appena lo 0,22% di tasso variabile e allo 0,57% per un tasso fisso. Sulla durata di 30 anni il miglior tasso variabile è ora allo 0,27% e il tasso fisso più conveniente allo 0,83%". Per la prima volta nel mercato dei mutui l'intero arco di migliori offerte, dal variabile al fisso e fino alle durate più lunghe, rimane così al di sotto della già di per sé ridotta soglia dell’1%. Va detto però che le misure annunciate dalla Bce potrebbero non essere sufficienti a dare un nuovo impulso alla domanda di mutui in Italia che nonostante i tassi al minimo e un mercato immobiliare in ribasso risentono della crisi sociale del Paese.

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