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Prestiti e cessione del quinto: il dentista fa meno male

Prestiti e cessione del quinto: il dentista fa meno male

Fra le varie spese mediche, quelle per il dentista sono tra le più costose. Ma a volte anche le più necessarie. Spesso infatti si aspetta l’ultimo minuto per intervenire, con il rischio di trovarsi davanti un preventivo pieno di zeri. Roba da capogiro. Non ci aiuta di certo il fatto che si tratta di spese non coperte integralmente dal Servizio Sanitario Nazionale, anche se è possibile portarne a detrazione una parte inserendole nel Modello 730 o nel Modello Unico. Sicuramente il miglior modo per mantenere la dentatura sana è effettuare controlli nel tempo ma, se ciò non fosse stato fatto e le spese per un intervento dentistico fossero elevate, si può ricorrere a un finanziamento finalizzato. Si tratta di una soluzione adottata oggi da molte famiglie: le cure dentarie influiscono, stando alle statistiche, per oltre il 7,5% del budget familiare.

COME FARE - Parecchie banche e istituti di credito hanno studiato prodotti ad hoc espressamente pensati per la copertura delle spese mediche in generale e più in particolare di quelle per il dentista. Gli importi richiedibili sono solitamente compresi tra i dieci e i ventimila euro e rimborsabili in un arco di tempo variabile a seconda della tipologia di prodotto e contratto, ma è possibile chiedere finanziamenti anche per somme inferiori. Questa scelta permette di non concentrare l’esborso in un orizzonte temporale breve, beneficiando di tassi particolarmente interessanti soprattutto in questo periodo di tassazione ai minimi storici. Rientrano tra le spese sostenibili, gli interventi chirurgici, i trattamenti fisioterapici e riabilitativi, le cure dentistiche e odontoiatriche, spese per case di cura e per l'assistenza ai malati e alle persone non autosufficienti, trattamenti di bellezza e chirurgia estetica. Come per gli altri interventi legati alla salute o all’estetica, anche per le curie dentarie è possibile seguire due strade. La prima soluzione è la richiesta di un prestito finalizzato, spesso proposto direttamente dalle cliniche dove vengono effettuate le cure. Il cliente provvederà in un secondo momento a rimborsare le rate secondo quanto previsto dal piano. L’alternativa è il prestito liquidità, che permette di richiedere una quota di denaro aggiuntiva rispetto alla spesa medica. Questa opzione permette dunque di far fronte ad eventuali costi imprevisti che non sono erogabili con il prestito finalizzato. E’ possibile, però, rateizzare le spese anche attraverso la cessione del quinto. Ovvero un prestito a tasso fisso che non richiede garanzie immobiliari o patrimoniali. Si configura per la caratteristica di poter esser richiesto da chiunque abbia una busta paga fissa, quindi dai dipendenti pubblici, dai dipendenti privati e dai pensionati INPS e INPDAP. La garanzia alla cessione del quinto è costituita dalla stessa busta paga o assegno pensionistico e dal TFR maturato dal richiedente. È proprio dalla busta paga che verrà prelevata automaticamente la quota mensile (20%) di rimborso pattuita, che è quantificata al massimo proprio in un quinto dello stipendio netto.

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