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Tassi al minimo e buone notizie: è corsa alla surroga. Ma i mutui…

Tassi al minimo e buone notizie: è corsa alla surroga. Ma i mutui…

Riprende la corsa al mutuo. Nonostante la crisi. A risvegliare gli italiani sono intercorsi negli ultimi mesi diversi fattori. All’inizio di agosto, per esempio, la terza banca di Danimarca ha proposto ai clienti quello che pare essere il primo mutuo a tassi negativi della storia: un prestito immobiliare di durata massima di 10 anni con un interesse negativo dello 0,5% (anche se, come spiega dettagliatamente la stessa Jyske Bank, a conti fatti chi lo ottiene tra tasse e altre spese finisce comunque per rimborsare alla banca più di quanto incassato). Del mutuo di Jyske Bank hanno parlato i giornali di mezzo mondo e gli italiani si sono buttati su Google a cercare i dettagli, sia nella settimana di Ferragosto che agli inizi di settembre, per capire se, senza pretendere tassi negativi, anche loro possono andare in banca e risparmiare qualcosa. Ovviamente no, o meglio: non ancora. «Da agosto, che di solito è un mese fiacco, abbiamo visto un eclatante boom di domande di surroga. Nelle ultime settimane siamo a livelli doppi o tripli rispetto a prima dell’estate» conferma Roberto Anedda, direttore marketing del sito di comparazione Mutuionline. Ad incrementare le domande le parole di Mario Draghi che ha riparto il rubinetto degli acquisti del Quantitative easing. In vista del pacchetto della Bce, sul mercato interbancario i tassi Eurirs, quelli che fanno da riferimento per i mutui fissi, sono scesi ai minimi storici. Quello per i mutui a 30 anni a gennaio era all’1,33% e a metà agosto era allo 0,07%. E potrebbe abbassarsi ancora di più. Una caduta di oltre un punto percentuale nel giro di 8 mesi che ha risvegliato anche mutuatari dell’ultimo anno, convinti di potere risparmiare qualcosa sulla rata mensile. Tanto ormai da più di dieci anni la surroga, cioè il passaggio del mutuo a una nuova banca, è a carico dell’istituto di credito che “conquista” il cliente.

E I NUOVI MUTUI? - Il boom delle surroghe non si accompagna però a un simile aumento della domanda di nuovi mutui. Il trend di crescita c’è, ma non così eclatante come ci si aspettava nonostante le condizioni di finanziamento siano estremamente vantaggiose. Sotto questi livelli è difficil scendere. Se il boom è sulla surroga di vecchi mutui e non sulla richiesta di nuovi finanziamenti è perché l’immobiliare italiano è ancora malato. L’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea dove, nonostante le compravendite siano in aumento, le quotazioni immobiliari restano inferiori ai livelli del 2015 (siamo sotto del 2,2% contro il +17% medio della zona euro). In generale però il mattone è in cerca di una sua stabilizzazione dopo un decennio di calo arrivato dopo un’espansione esagerata. E visti i recenti sfaceli, è meglio una crescita graduale che scossoni speculativi. I tassi bassi non ridaranno, almeno nel breve, un enorme slancio al mercato. Su questo deve ragionare in maniera importante il nuovo governo.

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