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Tegm e rischio usura: ecco cosa devi sapere per richiedere un prestito a tassi vantaggiosi

Tegm e rischio usura: ecco cosa devi sapere per richiedere un prestito a tassi vantaggiosi

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del Tesoro ha indicato, con il decreto 25 giugno 2019, i tassi effettivi globali medi (TEGM) praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari, rilevati dalla Banca d’Italia e in vigore dal 1° luglio al 30 settembre 2019. Una rilevazione fondamentale per il calcolo dei tassi soglia, oltre i quali gli interessi sono considerati usurai. Chiunque voglia avvalersi di un muto o un finanziamento quindi deve stare ben attento a questa analisi. 

MUTUO E USURA, ATTENZIONE! - Un mutuo si può considerare a tassi usurari – e quindi impugnabile in sede legale contro la banca – quando il suo tasso effettivo globale (TEG) supera i livelli fissati trimestralmente da Banca d’Italia (che li rileva ai sensi della Legge 108/96) aumentati della metà per le rivelazioni precedenti a maggio 2011 e del 25% più 4 punti percentuali per quelle successive. In base all’ultima rilevazione i mutui con garanzia ipotecaria a tasso fisso, ad esempio, sono stabiliti al 7,6750% (tasso soglia) - a fronte di un TEGM del 2,94% - e al 6,9750% per i mutui ipotecari a tasso variabile (a fronte di un TEGM medio del 2,38%). La soglia per il compenso di mediazione degli agenti in caso di mutuo è fissata al 1,75%. Nel calcolo del tasso, ricordate, vanno incluese tutte le spese collegate al finanziamento escluse bolli e tasse. La sentenza della Corte di Cassazione n. 350/2013 ha inoltre stabilito che nel calcolo del tasso del mutuo ai fini di rilevare se sia o meno usurario vanno inclusi tutte le spese e i costi legati all’erogazione del mutuo stesso. Per verificarese il proprio tasso del mutuo si accordi con quello stabilito da Banca d’Italia occorre analizzare molto bene il proprio contratto, di cui occorre possedere una copia. Se in sede legale vengono accertati tassi usurari, il mutuatario ha diritto a recuperare gli interessi pagati e deve essere esonerato dal pagamento di quelli futuri a sensi dell’articolo 1815 comma 2 c.c.

E I PRESTITI? - Anche in questo caso un prestito è con un tasso di usura quando il TEG del finanziamento, ovverosia il Tasso Effettivo Globale, supera una determinata soglia percentuale che è fissata per legge, stabilita dalla Banca d’Italia. Di conseguenza, essendo il livello del tasso ad usura variabile, spesso accade che il costo del credito sostenuto dal contraente non sia ad usura per un certo periodo di tempo, ma che poi lo diventi proprio per effetto degli aggiornamenti sui TEGM – Tassi Effettivi Globali Medi, da parte di Bankitalia. In base alla tabella di fine giugno, ad esempio, un credito finalizzato a un tasso soglia su base annua di 15,5% a fronte di un effettivo di 9,24%.  In teoria il rischio di contrarre dei prestiti con tasso di usura può essere ridotto puntando su finanziamenti che presentano dei costi accessori che, ridotti al minimo, tengono basso in partenza il TAEG. Nella maggioranza dei casi, infatti, sono proprio i costi accessori sul credito, concesso da banche e da società finanziarie, che portano a sforare i tassi di interesse di legge. Di conseguenza, la scelta migliore di norma è quella di stipulare prestiti che non prevedano, tra l’altro, spese di incasso rata e penali elevate in caso di pagamento di una o più rate in ritardo rispetto al piano di ammortamento concordato. Corrono meno rischi, quindi, coloro che stipulano i prestiti con grandi banche e/o con primarie società creditizie che in genere offrono tassi concorrenziali rispetto invece ai piccoli istituti di credito, ed a società finanziarie non di primo livello, che quasi sempre applicano costi sui finanziamenti più elevati sia per i tassi di interesse, sia per i costi accessori.

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